Superbonus 110% e Legge Bilancio 2021: misteri e conferme
L’annuncio del “superbonus”, cioè l’aumento al 110% delle detrazioni fiscali per molti degli interventi per i quali era già possibile una detrazione fiscale “ordinaria”, non ha ancora prodotto lavori ma piuttosto ha portato enormi aspettative da parte dei potenziali fruitori ed enormi dubbi e preoccupazioni tra potenziali fornitori, imprese e professionisti.
Sui progettisti ricade l’onere di garantire il raggiungimento del risultato e la congruità dei costi. Costruttori ed installatori si troveranno a dover operare in tempi stretti, con una presumibile scarsità di manodopera preparata e di attrezzature specifiche. Agli amministratori spetta il compito di gestire le assemblee condominiali, che saranno animate dalle molte complicazioni nascoste. Tutto senza dimenticare le questioni amministrative e il finanziamento dei lavori stessi, visto che il credito di imposta si matura nel tempo.Per passare dalle parole ai fatti il vero problema è la certezza del quadro regolamentare. Questa volta gli importi in gioco sono dell’ordine delle decine di migliaia di Euro per unità immobiliare e i grattacapi sono un po’ per tutti: per il Committente, che potrebbe trovarsi a pagare i lavori se alla fine non ottiene la detrazione del 110% per qualche dimenticanza o errore documentale; per le imprese, poiché sono lavori finanziariamente impegnativi; per gli asseveratori, poiché il computo metrico è complesso e la garanzia di regolarità della sicurezza una preoccupazione.Per affrontare compiti difficili ci vuole certezza delle regole ma il testo originale che ha introdotto il Superbonus, già difficile da decifrare, è già stato modificato più volte nella sostanza, creando un clima di dubbio e generale incertezza. Ora è arrivata la Legge di Bilancio 2021 a mescolare ulteriormente le carte in tavola: un’ulteriore conferma che le regole del 110% sono delle sabbie mobili sulle quali è rischioso avventurarsi. Per esempio, la proroga concessa nella Legge di Bilancio è vincolata ad un’approvazione da parte del Consiglio Europeo. Se non ci sarà proroga, il superbonus sarà davvero una fiammata di paglia.
CRITICITÀ TECNICHE
L’appetibile nuovo Decreto che fornisce una detrazione addirittura superiore alle spese sostenute sta dando una forte spinta al mercato dell’isolamento termico a cappotto.
Ma cosa accadrà agli edifici semplicemente applicando il bonus 110% così com’è descritto nel Decreto Legge senza alcun correttivo tecnico?
Un isolamento a cappotto potrebbe consentire un risparmio anche importante, che appare improbabile superi nella migliore delle ipotesi il 50%, dipendendo anche dalla possibile regolazione dell’impianto centralizzato (aspetto a cui il Decreto rilancio non fa cenno) e dalla scrupolosità del condomino, che dovrà occuparsi di chiudere ad uno ad uno gli elementi scaldanti per ambienti troppo caldi (e non aprire le finestre), essendo probabile l’assenza di valvole termostatiche, anche questo intervento non previsto in Decreto.
Il risultato dell’applicazione del Decreto Legge sarà quindi un risparmio annuo che potrebbe aggirarsi attorno a 200-300 € per unità immobiliare, ed una creazione di una distribuzione della temperatura nella abitazione molto disuniforme, fortemente legata alle dimensioni degli infissi della singola stanza, oltre alla loro esposizione. Ma approfondiamo il tema dell’esposizione, molto spesso a torto sottovalutata da tutti i tecnici. Il vero problema estivo non sono tanto le temperature ma l’irraggiamento solare. Basti semplicemente esaminare le temperature medie di Milano o di Bolzano e Palermo nei mesi di giugno e luglio per avere conferma che le stesse sono quasi identiche.
L’elevato irraggiamento solare dell’Italia, esistente già a partire dai mesi di aprile e maggio e fino al mese di ottobre ed oltre, in un condominio in cui si è utilizzato il bonus 110% e si è applicato l’isolamento a cappotto, inevitabilmente creerà delle zone di elevato surriscaldamento per tutti i vani esposti a est, sud e ovest. Tali vani devono essere schermati attraverso schermature solari adeguate. Ma giova far notare come probabilmente nell’80% dei condomini esistenti in Italia, se non oltre, le schermature solari sono garantite da avvolgibili, sistemi schermanti che se abbassati per difendersi da irraggiamento solare non consentono l’utilizzo di luce naturale e la ventilazione dei locali. Per tale ragione inevitabilmente gli avvolgibili saranno in tutto o in parte lasciati aperti dagli utilizzatori degli immobili, e i vani con peggiore esposizione saranno soggetti all’azione diretta del sole.
I vani surriscaldati costringeranno quindi ad utilizzare sistemi per il raffrescamento per smaltire tale calore proveniente da irraggiamento, che aumenteranno i consumi elettrici delle unità immobiliari.
Una soluzione efficace, duratura ed economica? Le pellicole a controllo solare!
Appare fondamentale e inderogabile accoppiare a tutti gli interventi di posa del cappotto termico in unità immobiliari la posa di pellicole esterne “a controllo solare” in grado di riflettere in modo importante l’irraggiamento.
In questo contesto di continuo cambiamento, nel nostro settore, di certo le schermature solari fisse contribuiscono a mantenere elevati gli standard di esercizio richiesti dalle chiusure trasparenti. Ti suggeriamo di consultare le Guide Fiscali dell’Agenzia dell’Entrate per essere aggiornato in tempo reale e verificare se ci sono agevolazioni. E se per caso il tuo intervento non rientra nella categoria agevolazioni non è un problema in quanto grazie alle nostre pellicole a controllo solare si avrà un’immediato beneficio e risparmio in bolletta, con un ritorno dell’investimento di gran lunga superiore rispetto ad altre soluzioni e “l’ecolabirinto” passerà in secondo piano.
I nostri consulenti sono a vostra disposizione per approfondimenti